1999 GIUSEPPE FERRANDINO
IL RISPETTO
(Ovvero Pino Pentecoste contro i guappi)
IL RISPETTO
(Ovvero Pino Pentecoste contro i guappi)
sovracoperta illustrata da LOUSTAL
Giuseppe Ferrandino
Rispetto
Adelphi - Collana: Fabula
n. 118 - Pagine 124 - Formato 14x22 - Anno 1999 - ISBN
8845914577
Argomenti: Narrativa, Letteratura italiana
Normalmente spedito in 1-2 gg. lavorativi
Prezzo di vendita: € 10.33
Note: (ovvero Pino Pentecoste contro i guappi)
Caratteristiche: brossura, con sovraccoperta
Note di Copertina
"Io, alla fin fine, sono un uomo tranquillo. Mi sono messo a
fare l'investigatore privato perché mi pareva interessante e
pure perchè mi piacevano i film di Miki Stewart... E
risaputo che nella vita almeno un nemico ve lo fate; ma un
uomo contro un uomo è una faccenda privata, ci entrano di
mezzo tante cose che il più delle volte si va avanti
distratti, ognuno impicciandosi degli affari suoi ... Ma
quando ci sta la cagnara, quando i reggimenti si ammassano,
quando i pazzi sono a pacchi, allora sono altri quibus. Lì
non si scherza, lì son dolori. Lì ci sta sempre qualcuno che
sgomita, ci sta sempre qualcun altro che dice: vuoi vedere
quanto sono bravo?, ci sta sempre un terzo che risponde: e
fammi vedere. E lì è finita. Lì si spara. Lì potete pure
morire ... Dunque: Tullio Regina viene da me e mi fa una
proposta del cazzo. Io gli dico di no. Quelli che
controllano Tullio Regina, o quelli che controllano quelli
che controllano Tullio Regina, vengono a controllare me.
Pure un commissario viene a controllarmi ... E infine, il
sottoscritto Pino Pentecoste ... fa il mazzo di scarola in
mezzo al bailamme ... Ora, siccome io mazzo di scarola non
sono, e chi pensa il contrario è solo uno sciocco perché io
avrò soltanto la terza media ma sono di intelligenza assai
vispa (come diceva mio padre) e di sensibilità significativa,
ne consegue che qualcosa non funziona. In altre parole, io
pure se ho azzeccato qualche figura di merda in vita mia e
una volta sono pure andato a sbattere contro un tram mentre
inseguivo in corsa affannosa un pedinato, a quell'ignorante
che si permette di pensare che sono un chiochiero, io gli
faccio un culo così".
ADELPHI EDITORE
1° Edizione 1999
22x14cm, pp. 120, Copertina morbida con sovracoperta illustrata da LOUSTAL -
OTTIME CONDIZIONI
Questo libro ha come sfondo i quartieri popolari di Napoli, come
protagonista il detective Pino Pentecoste e come comprimari, una folla
variopinta e vociante di biscazzieri, pescivendole, prostitute, preti,
commissari e tamarri...
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ALTRO
Pericle il Nero
Giuseppe Ferrandino
Adelphi - Collana: gli Adelphi
n. 211 - Pagine 144 - Formato 14x22 - Anno 2002 - ISBN
8845917053
Argomenti: Narrativa, Noir
Normalmente spedito in 1-2 gg. lavorativi
illustrata da LOUSTAL
Prezzo di copertina € 7.00
Caratteristiche: brossura
Note di Copertina
Un irresistibile noir partenopeo
"Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così
a causa delle pizzerie ... Io mi chiamo Pericle Scalzone ...
Di mestiere faccio il culo alla gente". Così comincia "Pericle
il Nero", primo romanzo di un autore che ha alle spalle una
scuola severa di sceneggiatore di fumetti e una vita a dir
poco avventurosa - che racconta però malvolentieri,
preferendo raccontare storie. Questa di Pericle è un
impeccabile noir, girato come un buon film americano degli
anni Quaranta, con un ritmo secco, un plot che non perde un
colpo e personaggi che hanno uno spessore del tutto ignoto
ai cliché imposti dal genere: Pericle, l'uomo-cane che
diventa uomo e acquisisce consapevolezza di sé attraverso il
rifiuto delle regole del suo mondo e l'incontro con una
strana donna; e questa donna, Nastasia, la polacca finita a
lavorare a Pescara in una fabbrica di copertoni, che se lo
porta a casa e se lo porterà, forse, anche più lontano; e
Signorinella, la temibile e potentissima sorella del boss
Ermenegildo Coppola, capo delle supplicanti di san Gennaro,
che, "quando parlava di uccidere, si metteva le mani sulla
faccia perché non le piaceva e diceva che tutti sono figli
di mamma"; e gli altri, attori e comparse delineati con
pochi tratti precisi, in una lingua asciutta ma venata delle
coloriture, talvolta inattese e sempre misuratissime, del
parlato popolare.
"A Forcella, nessuno mi dice niente o si prende confidenza.
Lo sanno a quale chiodo si appendono. Io mi faccio i fatti
miei, saluto tutti con educazione e stop."
"Se qualcuno non mi piace come mi guarda, lo guardo in
faccia e vediamo a chi abbassa per primo gli occhi. Comunque
non finisce mai a mazzate. Loro magari ci hanno pure il
coltello, ma lo sanno che col sacco di sabbia io li mando al
Cardarelli prima che hanno il tempo di dire a. Per non
parlare di quello che gli può succedere in una notte
qualunque, fra un mese o fra un anno, mentre che soli soli
belli belli se ne stanno tornando a casa loro".
Description: Questa di Pericle è un
noir, girato come un buon film americano degli anni Quaranta,
con un ritmo secco, un plot che non perde un colpo e
personaggi che hanno uno spessore del tutto ignoto ai cliché
imposti dal genere: Pericle, l'uomo-cane che diventa uomo e
acquisisce consapevolezza di sé attraverso il rifiuto delle
regole del suo mondo e l'incontro con una strana donna; e
questa donna, Nastasia, la polacca finita a lavorare a
Pescara in una fabbrica di copertoni, che se lo porta a casa
e se lo porterà, forse, anche più lontano. Bookseller
Inventory # IE801973
Titolo: Pericle il Nero
Autore: Ferrandino Giuseppe
Editore: Adelphi
Data di Pubblicazione: 2002
Collana: Gli Adelphi
ISBN: 8845917053
Pagine: 144
Reparto: Narrativa italiana
Giuseppe Ferrandino
Pericle il Nero
Adelphi - Collana: Fabula
n. 110 - Pagine 144 - Formato 14x22 - Anno 1978 - ISBN
8845913783
Argomenti: Narrativa, Letteratura italiana
Normalmente spedito in 1-2 gg. lavorativi
illustrata da LOUSTAL
Prezzo di vendita: € 11.88
Caratteristiche: brossura
Note di Copertina
"Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così
a causa delle pizzerie ... Io mi chiamo Pericle Scalzone ...
Di mestiere faccio il culo alla gente". Così comincia "Pericle
il Nero", primo romanzo di un autore che ha alle spalle una
scuola severa di sceneggiatore di fumetti e una vita a dir
poco avventurosa - che racconta però malvolentieri,
preferendo raccontare storie. Questa di Pericle è un
impeccabile noir, girato come un buon film americano degli
anni Quaranta, con un ritmo secco, un plot che non perde un
colpo e personaggi che hanno uno spessore del tutto ignoto
ai cliché imposti dal genere: Pericle, l'uomo-cane che
diventa uomo e acquisisce consapevolezza di sé attraverso il
rifiuto delle regole del suo mondo e l'incontro con una
strana donna; e questa donna, Nastasia, la polacca finita a
lavorare a Pescara in una fabbrica di copertoni, che se lo
porta a casa e se lo porterà, forse, anche più lontano; e
Signorinella, la temibile e potentissima sorella del boss
Ermenegildo Coppola, capo delle supplicanti di san Gennaro,
che, "quando parlava di uccidere, si metteva le mani sulla
faccia perché non le piaceva e diceva che tutti sono figli
di mamma"; e gli altri, attori e comparse delineati con
pochi tratti precisi, in una lingua asciutta ma venata delle
coloriture, talvolta inattese e sempre misuratissime, del
parlato popolare.
"A Forcella, nessuno mi dice niente o si prende confidenza.
Lo sanno a quale chiodo si appendono. Io mi faccio i fatti
miei, saluto tutti con educazione e stop."
"Se qualcuno non mi piace come mi guarda, lo guardo in
faccia e vediamo a chi abbassa per primo gli occhi. Comunque
non finisce mai a mazzate. Loro magari ci hanno pure il
coltello, ma lo sanno che col sacco di sabbia io li mando al
Cardarelli prima che hanno il tempo di dire a. Per non
parlare di quello che gli può succedere in una notte
qualunque, fra un mese o fra un anno, mentre che soli soli
belli belli se ne stanno tornando a casa loro".
Descrizione
Questa di Pericle è un noir, girato come un buon film americano degli anni
Quaranta, con un ritmo secco, un plot che non perde un colpo e personaggi
che hanno uno spessore del tutto ignoto ai cliché imposti dal genere:
Pericle, l'uomo-cane che diventa uomo e acquisisce consapevolezza di sé
attraverso il rifiuto delle regole del suo mondo e l'incontro con una strana
donna; e questa donna, Nastasia, la polacca finita a lavorare a Pescara in
una fabbrica di copertoni, che se lo porta a casa e se lo porterà, forse,
anche più lontano.
Pericle il nero
di Giuseppe Ferrandino
Edizioni Adelphi
Pagine 144
Lire 23.000
Pericle il nero
Pericle Scalzone è un fallito che vive compiendo malefatte per un boss
locale, tale Luigino Pizza, padrone di alcune pizzerie nei quartieri
spagnoli di Napoli che il malvivente utilizza per lo spaccio di eroina e il
riciclaggio di denaro sporco. Un giorno Pericle viene incaricato dal suo
principale di dare una lezione al prete del rione, la cui colpa è quella di
denunciare le malefatte del boss dal pulpito della sua chiesa. Pericle
obbedisce ma c'è una testimone, Signorinella, la potente sorella di Don
Ermenegildo Coppola, altro boss locale. Pericle tenta allora di uccidere
quest'ultima e si trova incastrato in una situazione più grande di lui.
Tutti gli vogliono fare la pelle: Don Luigino per farsi perdonare da Don
Ermenegildo, quest'ultimo per vendicarsi dell'offesa subita. A Pericle non
resta che scappare. Inizia un viaggio nell'entroterra italiano che lo
porterà a Pescara. Qui incontrerà Nastasia, una donna polacca con due figli
che lavora in una fabbrica di copertoni e con la quale instaurerà un
rapporto, dapprima fatto solo di sesso, ma che in seguito si trasformerà in
sentimento vero. Pericle l'animale diventerà uomo e acquisterà
consapevolezza di sé attraverso il rifiuto delle regole del suo mondo.
Esordio narrativo di Giuseppe Ferrandino (in realtà il romanzo era stato già
pubblicato nel 1993 dalla Granata Press) "Pericle il nero" è costruito come
un noir americano secondo regole più cinematografiche che narrative.
Ferrandino proviene dai fumetti (era un soggettista) e la struttura ne
risente poiché il difetto più evidente del libro risiede in una certa
esilità della trama e nella sua struttura narrativa. Interessante è invece
il linguaggio utilizzato nei dialoghi, un dialetto napoletano molto
realistico, e il tratteggio dei personaggi, sempre acuto e preciso. "Pericle
il nero" non è un romanzo pulp, utilizza il grottesco ma con realismo e
amarezza, senza il senso dell'assurdo e del catastrofico tipico ad esempio
di Niccolò Ammaniti. Non ci stupisce infine sapere che da quest'opera
Ferrandino stia preparando la trasposizione cinematografica, poiché, in
definitiva, questo libro è più vicino ad un buon trattamento che ad un vero
e proprio romanzo.
Maurizio Imbriale
========================
di Giuseppe Ferrandino
Adelphi
Milano
1999
Il rispetto
"Il rispetto" è il secondo romanzo di Giuseppe Ferrandino (già autore di "Pericle
il nero"), il primo di una serie che ha come sfondo i quartieri popolari di
Napoli e come protagonista il detective privato Pino Pentecoste circondato
da una folla variopinta e vociante di biscazzieri, pescivendole, prostitute,
preti, commissari e tamarri.
Un breve giallo all'americana in cui il detective Pentecoste è al
centro dell'azione sia come investigatore che come investigato.
Seduto tranquillamente alla scrivania del suo ufficio, Pentecoste riceve la
visita
di un losco tizio, tale Tullio Regina, che gli offre una considerevole somma
di
denaro per andare a recuperare un camion che si trova fuori città.
Pentecoste, dopo aver ascoltato con interesse la proposta, rifiuta, messo in
guardia dal suo "implacabile" intuito. Si domanda infatti che cosa c'è
dentro il camion? perché non può andare lui a prelevarlo?
A partire da questo momento cominciano a piovere su di lui piccoli e grossi
guai.
Il detective, che di fatto è stato invischiato in una lotta tra clan che
si contendono un costoso cavallo rubato (ecco cosa c'è dentro il
camion!), diventa bersaglio della vendetta di Regina che cercherà con ogni
mezzo di incastrarlo, ma anche fulcro di interesse per altri personaggi che
a
turno vanno a visitarlo nel suo ufficio, chi fornendogli informazioni utili
a
sciogliere l'ingarbugliata trama, chi prendendolo a cazzotti, chi vedendolo
come un prezioso alleato.
L'atmosfera è quella dei gialli alla Marlowe in cui l'intera
storia fa perno sulla personalità "tutta d'un pezzo" del
detective. Ma qui il personaggio ha piuttosto caratteristiche da "antieroe":
uomo dal carattere mite e forse, nell'intimo, un po' vigliacco, furbetto e
ingenuo allo stesso tempo, ironico ma quanto mai suscettibile, non facile
alle sdolcinature ma in fondo buono e sensibile.
I personaggi che incontra via via nel dipanarsi della storia sono
soprattutto
macchiette, figurine: delinquenti di mezza tacca, un commissario, un prete,
una
splendida puttana innamorata di lui.
Il romanzo, dal ritmo veloce e dai continui colpi di scena, acquista vigore
attraverso le brevi considerazioni etiche espresse qua e là dal protagonista,
come quando si trova a discutere animatamente del significato della parola "rispetto"
con il commissario di polizia.
In fondo la sua vera preoccupazione è quella di uscire a testa alta da
questa brutta situazione e soprattutto di non perdere mai il rispetto, che è
poi la legge primaria del mondo in cui vive.
M. I.
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